DENTRO ALL’ IMMAGINIFICO MONDO DI FRANCESCA A.
C’era una volta una nonna che in una stalla di una via non ben precisata della bassa reggiana narrava storie surreali e fantastiche fatte di bestie nere e strane ,di mondi fantastici popolati da animali parlanti che ,per mezzo della fiaba raccontavano al piccolo Paolo ,seduto a piedi della nonna,le grandi verità da tramandare di generazione in generazione.
Francesca non era nata,ma,queste fiabe le ha fatte sue con la scrittura che meglio le si appropria fatta di luce e fantasia, in un mondo ordinario che attraverso le sue parole visive diventa straordinario.
L’amore per la SUA terra si legge potente e forte come un grido in ogni tavola visiva da lei costruita.Non poteva con solo l’elemento naturale raccontarci ciò che aveva dentro,non bastava ,era troppo grande quello che voleva dire e cosi come tanto tempo fà è ricorsa all’immaginifico del mondo surreale padano ripercorrendo ,senza saperlo,frasi che il grande scrittore Cesare Zavattini lasciava per gli amici più intimi nel suo rapporto d’amore con una terra mai dimenticata.
La terra soffre,la sfruttiamo,ne inscatoliamo i frutti ,ne inquiniamo i corsi d’acqua e quando lei grida il suo dolore ,spaventati,cerchiamo di arginarla senza renderci conto che siamo noi la prima causa di un male che può e deve essere fermato.
Nella utopia visiva che l’autrice ci propone è tutto evidente ,lo fa con garbo e delicatezza,sussurrando lamenti e fragilità di una terra di famiglia che l’ha vista crescere e formarsi donna sensibile e sognatrice come è.
Grazie Francesca ,il tuo sogno a km zero ci dimostra che un altro mondo c’è ,dentro di noi,dobbiamo solo avere il coraggio di pensarlo,sognarlo e restituirlo al mondo stesso perché diventi suo e il domani sarà un futuro migliore per tutti noi.
Monica Benassi